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"Dopo decenni di racconti a parenti, amici e familiari, tra il 1968 e il 1972 mio nonno Salvatore scrisse le sue memorie della prima guerra mondiale in tre stesure e appunti sparsi. Ricordo che stava tra la cucina e il salone di casa sua a rimettere insieme quei pezzi di memoria, con la consapevolezza di chi vuole lasciare ai propri cari una testimonianza di vita vissuta. Anche se i suoi cari allora sembravano già estenuati dalle versioni orali, sentivo a volte mio padre o i miei zii dire che il nonno stava continuando a scrivere e dunque c'era un interesse attorno a quell'atto storico e stoico. Io ricordo che il nonno era orgoglioso di scrivere il suo diario della prima guerra mondiale. Oggi questo diario, a forma di racconto, è pubblicato per la prima volta nel suo modesto splendore." (Salvo Cuccia)