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Vengo a prendere un po' d'aria è la prima e "definitiva" raccolta di Maria Nardelli, che qui condensa poesie scritte nell'arco di un ventennio e suddivise non in ordine cronologico ma tematico. Ogni capitolo esplora, con rabbia, passione e ironia, un diverso aspetto del suo malessere, dove la parola serve a ricucire la lacerazione dell'autrice - lacerazione che si avverte su più piani: famigliare, sociale, morale - in quanto donna e in quanto emigrante in un Paese allo sfascio. È un libro che rifiuta il silenzio, rifiuta di tacere, che nasce dalla paura e dall'ebrezza del vuoto, e in cui la necessità di dire ha sempre la meglio sul concetto di misura. Vero punk meridionale.