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"Lo scopo di questo saggio che si richiama ad un precedente che scrissi nel 1970 è di capire i modi e le ragioni dell'emarginazione storica di uno scrittore di indubbio talento, attraverso l'analisi minuziosa e sistematica di una vastissima documentazione in larga misura da me ritrovata e raccolta per la prima volta. Quell'opera parve a qualche recensore intelligente un lavoro di «decostruzione», che faceva di essa un caso emblematico di «critica della critica letteraria e delle sue istituzioni», mostrando come queste ultime esercitino in maniera diretta o implicita, volontaria o inconsapevole, una forma di censura, che ha la funzione di conferire irrilevanza ad autori ed opere portatori di una diversità, incompatibile con i valori e le regole della cultura ufficiale. In realtà, si tratta di liberare la biografia di Padula e le sue opere dalle deformazioni prodotte da oltre un secolo e mezzo di censura, e di cominciare a conoscerlo nella sua complessità attraverso le analisi più approfondite e originali dei suoi testi, che hanno inaugurato la nuova stagione della critica paduliana.