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"Passioni della mente e vibrazioni del cuore" non è un trattato di psichiatria, come potrebbe sembrare - l'autore ammette la propria impreparazione - bensì un insieme di fatti narrati con il suo inconfondibile stile. Fatti attraverso i quali si apprendono molte cose su una delle capitali europee più belle, ma anche sulla vita brasiliana. Il lettore avrà un'infarinatura di nozioni attinenti il "Candomblé" la "Macumba" e gli "Orixas". I brasiliani hanno una profonda fede. Ogni loro esternazione, in atto di preghiera, è rivolta verso l'alto. Come si chiamino le loro divinità, che si aggirano in un pantheon popoloso, non ha importanza. Non ha altrettanta importanza l'abbinamento degli "Orixas" con i "santi" della religione cattolica. È indubbio che il "sincretismo" è la fusione di teorie filosofiche o di dottrine religiose diverse ma leggendo quanto Learco scrive si comprende quanto il credo dei brasiliani tenda al signore dell'universo, qualsiasi nome gli si voglia dare.