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I versi di Nichel scorrono liberi e fluiscono sulla pagina come le strofe di una canzone pop. Privi di strutture predefinite, come un monologo interiore, essi arrivano dritti al cuore del lettore, conducendolo attraverso un percorso labirintico in cui perdersi per poi ritrovarsi, rinnovarsi. È così che l'autore, tra poesie scritte al contrario e leggibili soltanto con l'ausilio di uno specchio, e grazie alle illustrazioni di Cecilia Fefè caratterizzate da tonalità surreali e gotiche, ci accompagna per mano nel suo labirinto. Un dedalo pieno di domande e insicurezze, permeato di mostri interiori e di dubbi, i più emblematici del nostro tempo. La poesia diviene, dunque, l'unica via percorribile attraverso la quale iniziare a liberare i nodi dell'intreccio per uscire dal labirinto, riscoprendo ciò che si nasconde dentro ciascuno di noi, quella parte più autentica e pura che, spesso, si cela dietro il riflesso di uno specchio, ma che attende soltanto di essere liberata.