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Romanzo epistolare e picaresco, "Lo Sturangoscia" narra dell'invenzione di un prodigioso strumento in grado di estirpare dall'organismo umano "quello spiacevole e indefinito senso di disagio che spesso spinge le persone, tra le altre cose, a occuparsi di questioni ultime". Tanti sono i guai che l'aggeggio porterà al suo inventore Filottete Vasca, sin dal suo furto per mano degli autorevoli membri dell'Istituzione, intenzionati a usare lo Sturangoscia per i propri loschi fini. Assistito da molti amici, Filottete intraprenderà la ricerca dell'invenzione smarrita. Il carteggio reale tra due scrittori, che è innanzitutto una sfida letteraria, dà vita a un carteggio immaginario tra gli eccentrici personaggi di questa avventura eroicomica. Essi saranno coinvolti in investigazioni e inseguimenti, si incontreranno o sfuggiranno, ma soprattutto si scriveranno nella tumultuosa estate del 1985.