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"Orme" è una metafora immediatamente evocativa: sono i segni scavati in profondità, ben visibili, radicati in terra in un percorso condiviso che deve continuare. Un uomo ha terminato il suo viaggio in modo improvviso, lasciando un vertiginoso vuoto, un'assenza che si rivela continua presenza. Una donna ha perso la sua ala, soffre, si interroga, ricorda, ma non può fermarsi né essere risucchiata in "soporiferi anfratti letali". Sarebbe un tradimento di valori che sono stati e continueranno ad essere "capisaldi di una struttura che finita non è". L'Amore, la Consapevolezza, l'Istinto, l'Esperienza, la Speranza, la Ricerca di Altro, l'Incanto della Natura sciolgono il pianto e danno Forza al motore. Non in modo definitivo, ma attraverso una lenta elaborazione, "fra rintani in giaciglio e passi in Avanti/litografia innocente dell'arte di Sisifo". Versi che si fanno ricordo, emozione, viatico, espressione, riflessione, condivisione, trasparenza e salvezza.