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L'autoreverse è quella funzione che consente a un registratore magnetico di invertire automaticamente il senso di trascinamento di un nastro e riprodurre in maniera continua e successiva entrambi i lati del nastro stesso. Ecco, la scrittura di Luciano Neri si fonda sul presupposto che, nell'ambito dell'«accaduto», dell'Erfahrung, esistano un lato 1 e un lato 2. Risulta piuttosto evidente come nel procedere di questa scrittura ci sia una vocazione speculativa, nel senso etimologico del termine: vi tornano infatti elementi come l'«occhio messo a nudo», o il «telescopio», segnali inequivocabili di una postura tutta improntata all'osservazione e all'esplorazione visiva. Lo sguardo percorre avanti e indietro sia lo spazio che il tempo, in un andirivieni dilatato e incessante, transitorio ma allo stesso tempo sostanziale. E proprio la presenza di espressioni assai ricorrenti come «fino a», o «indietro», contribuisce con efficacia a dar conto di una prosa che scopre, in questo sguardo in movimento, il proprio motore primo, e, in questo dispiegarsi lungo vari piani, la propria connaturata esigenza di dare l'assalto a ogni (simbolico) «palazzo d'inverno».