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In un contesto politico che si limita a dichiarazioni di sdegno di fronte alla violenza contro le donne, i Centri antiviolenza riflettono su alcuni aspetti nevralgici della loro identità: il rapporto con le istituzioni, l'articolazione in équipe delle diverse professionalità (operatrici, avvocate, psicologhe), il confronto con le giovani attiviste e il loro portato di passione e precarietà, l'incontro con le donne migranti che ridefiniscono il concetto stesso di relazione e gestione dei rapporti di potere. Elementi che spingono i Centri a ripensare quei nodi che hanno caratterizzato storicamente la loro azione politica.