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L'opera rievoca il passato più glorioso di Belluno quando, nel 1500 e 1600, la sua industria di costruzione di spade era apprezzata in tutto il mondo, talché re e nobili, eserciti e singoli individui ambivano avere spade bellunesi così belle e così perfette da superare la concorrenza degli altri stati. È quindi un omaggio che l'Istituto fa alla gente del Bellunese, che ha fornito in quel tempo legname per le fucine, acqua dell'Ardo, l'ingegno della propria gente per un prodotto ricercatissimo dei due secoli prima dell'uso delle armi da fuoco.