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La depressione consuma la voglia di creare e di scoprire la bellezza; è come vedere il mondo attraverso degli occhiali con lenti scure. Il libro descrive ciò attraverso la vita di Sara Matis avvolta dal disperato bisogno di qualcuno capace di comprendere la propria sofferenza legate al dolore per la perdita della madre e al rapporto conflittuale con il marito e il padre. Il male di vivere spinge l'autrice ad aggrapparsi ai ricordi passati nella speranza che da tanto dolore possa nascere la felicità vera e non solo agognata. È come se una parte di sé fosse inghiottita dal buio e non avesse il diritto di vivere pienamente il presente. Dal giorno della scomparsa della madre, la malinconia si è impadronita dell'anima di Sara, il suo passo è rallentato, tutto è trattenuto in un limbo di dolore e confusione. Attraverso un lungo percorso di psicanalisi, la protagonista impara a stare a galla, a non nascondersi più sotto le coperte, ad uscire dalla prigione che l'ha costretta per tanto tempo a vivere da spettatrice inerme. Il libro si presenta come un'attenta descrizione della depressione e dei suoi demoni raccontando con grande empatia una storia coinvolgente con un finale di speranza.