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Numerosi sono i "paesaggi d'Europa" che i versi di Livia Rocco descrivono. Paesaggi lirici, non praterie assolate ma il sotterraneo e tortuoso mondo della propria interiorità: spazio che l'Autrice visita, tuttavia, con sobrietà, infatti la silloge non reca traccia di quell'ipertrofia dell'io e di quella dimensione claustrofobica che caratterizzano buona parte della produzione poetica contemporanea. La cifra della raccolta è piuttosto l'ariosità, l'apertura al mondo, ai territori del vivere quotidiano, alle "città d'Europa" che accolgono e respingono, sotto cieli increspati da ali di uccelli e da inquietanti, indefinibili presenze