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Questo saggio propone un nuovo concetto applicativo della filosofia pratica e della pratica filosofica nel tentativo di una ricomposizione unitaria, ambivalente e ambigua, dell'essere umano. Rifacendosi ai filosofi antichi e ad alcuni pensatori del Novecento, qui viene proposta una filosofia per/dei/con i bambini, già iniziata nel secolo scorso in Germania e poi negli Stati Uniti e diffusasi in tutto il mondo. In questo saggio la proposta innovativa è quella di partire dalla percezione, dall'azione e dal gioco in particolare per poi proseguire attraverso la riflessione e il dialogo, per arrivare al pensiero, per tornare all'azione e di nuovo al pensiero come in una spirale in cui elasticità e consequenzialità, compressione ed espansione della struttura metodologico-didattica del lavoro, si succedano dinamicamente e dove tutto s'interseca e diventa l'altro, in un legame interdisciplinare dove poter essere educatori di una scuola in movimento, dei laboratori e dei perché. Una scholé, dove l'educazione proibita diventa finalmente possibile.