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Quando cresci nel South Side di Chicago sai già che la tua vita non sarà una passeggiata. Sai che per raggiungere il tuo obbiettivo dovrai lavorare molto più duramente degli altri e che non basterà rimanere autentico per trovare un modo di restare aggrappato ai tuoi sogni. Dwyane Wade conosce bene questa sensazione. Dover inseguire sempre ogni cosa, senza fare calcoli, esponendosi volontariamente alla sofferenza. Rischiando tutto e, allo stesso tempo, cercando di tenere disperatamente uniti i pezzi della propria storia. Wade ha visto la sua famiglia frantumarsi in mille pezzi, assieme alle sue poche certezze e alla sua innocenza, ancor prima di rendersi conto di averne una. Mentre mamma Jolinda si faceva consumare dalla droga, lui non sapeva nemmeno se sarebbe uscito vivo da tutto quel maledetto inferno di violenza. Non ne conosceva nemmeno i confini. Le strade di Chicago, corrotte da droga e criminalità, avrebbero reso ogni fragilità una condanna all'oblio. Attraverso il basket, Dwyane Wade è riuscito a trovare la propria spiritualità. Un rifugio impenetrabile, in cui le sue debolezze sono diventate punti di forza. Sotto l'influenza di Michael Jordan e dei suoi Chicago Bulls, Wade ha sviluppato una pallacanestro profondamente personale, esistenziale e istintiva. L'ha resa unica, non replicabile, e su di essa vi ha costruito una carriera straordinaria. Una di quelle che hanno saputo rivoluzionare, ancora prima di emozionare. "Flash", così tutti lo chiamano, è stato il più grande giocatore della storia dei Miami Heat e una delle migliori shooting guard di tutti i tempi. Un eroe sportivo contemporaneo, che con la sua pallacanestro è riuscito a cambiare la vita di molte persone, salvando la madre dall'autodistruzione e regalando ai tifosi una leggenda da vivere senza paura del domani.