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Il grunge e la pallacanestro: il basket diventa espressione del proprio io più intimo, dei dissidi dell'anima e della voglia di riscatto. Talento, individualità, rabbia, dolore, distorsioni, esplosioni di luce, violenza, malinconia, solitudine, genio, follia e fiammate di pura poesia cestistica. Gilbert Arenas: gioca con lo "0" sulla schiena per dimostrare a tutti che si sbagliavano sul suo conto quando dicevano che avrebbe giocato zero minuti in NBA. Realizzatore come se ne sono visti pochi nella lega. Personalità pericolosamente sopra le righe. Jason Williams: lo chiamavano "White Chocolate" perchè era un bianco che giocava come un nero. Giocatore "cult" se ce n'è uno nella storia della NBA. I suoi passaggi immaginifici hanno illuminato i sogni degli appassionati. Vince Carter: un giocatore che ha rivoluzionato la storia del basket canadese e americano. Uno dei migliori schiacciatori che si siano mai visti. Un uomo a cui è stato dato il dono di volare. Baron Davis: point guard californiana con una visione di gioco pazzesca e uno stile unico. Fisicamente fortissimo, in grado di segnare e attaccare il ferro in qualsiasi modo. Una carriera falcidiata dagli infortuni che non gli ha impedito, però, di regalare agli innamorati del basket alcuni momenti iconici. Stephon Marbury: direttamente da Coney Island un giocatore che per tutta la sua carriera ha inseguito la felicità, personale e cestistica, trovandola solamente alla fine della sua storia nel campionato cinese. Aspettative tradite e demoni interiori alternati a lampi di meravigliosa pallacanestro.