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Nel 1939, in quella che fu la vigilia del periodo più nero della storia europea, in un sanatorio del Veneto, Francesco, ammalato di tisi, vive l'ultimo anno della sua giovane vita, in un magico e stimolante clima di comunione con alcuni compagni di malattia. In queste conversazioni, i pensieri di Francesco spiccano per la loro intensa profondità nel ribadire il suo ideale pacifista che egli crede fortemente tragga origine dalla cultura della terra di cui si sente un figlio "speciale", cresciuto all'ombra di quella Marana-Olimpo che così potentemente ha segnato le sorti delle genti delle sue valli.