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«Una tarda mattina senza sole e senza ombre ho visto una balena a piazza Savoia». Nessun altro degli amichetti di allora sembra ricordare il passaggio di quella balena sotto formalina, trasportata da un camion ed esibita a pagamento come in una fiera ottocentesca. Mentre la balena dorme per molti anni sepolta nel suo inconscio, il bambino scopre la passione per il cinema e comincia a seminare tracce nel tempo annotando su decine di agende i titoli dei film che ha visto. La sala cinematografica, «quel vortice luminoso in cui si rincorrevano polvere, colori, fumo di sigarette», è come il ventre della balena, caverna onirica e luogo magico della fantasia. In queste pagine la vicenda del cinema popolare si intreccia con la vera e appassionante storia della balena Goliath, ricostruita attraverso un'indagine degna di un romanzo giallo. Goliath viaggia per un quarto di secolo sulle strade d'Europa, fin oltre la Cortina di Ferro, prima di sbarcare in Italia. Sullo sfondo un Paese che cambia raccontato dal punto di vista di un bambino di provincia. La balena e il cinema, epici protagonisti di una stagione avventurosa, metafora di un immaginario che rischia di svanire.