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"C'è qualcosa di landolfiano nel ridente surrealismo di Cinzia Platania, un surrealismo che, come da tradizione, rimanda dritto ai meccanismi dell'inconscio, là dove si anima quell'attività onirica in grado di sfornare una simbologia personale e decifrabile. E da qui, come insegna Freud, derivano quei motti di spirito, spie dei contenuti inconsci, che portano alle associazioni di parole: lasciato libero di non seguire alcuna logica, il linguaggio - e con lui ciascuno di noi - accomuna termini che hanno un legame solo a livello inconscio." (dall'introduzione di Pietro Spirito)