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"Il viaggio dall'Austria iniziò così: lasciammo il campo profughi subito dopo la Santa Messa. Gli sloveni rimasti avevano intonato il canto Maria per tutta la nostra vita', piangendo amaramente per la nostra partenza. Anton ed io superammo il Passo del Brennero in treno, pigiati dentro una gelida carrozza ferroviaria. Ci stringevamo insieme per scaldarci ancora di più. Ricordo che tremavo nonostante il cappotto, mentre il nostro convoglio avanzava nella campagna italiana: "tu tum, tu tum," faceva, e intanto aghi di gelo mi perforavano la pelle".