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Nell'epoca del trionfo del capitalismo finanziario - un ottimo affare per pochi ma una condanna per i più - torna attuale il dibattito sulle possibili alternative al sistema economico che sta facendo fallire gli Stati e che sta distruggendo il tessuto sociale delle nazioni europee. Col proposito di andare oltre i deboli palliativi proposti recentemente da diversi economisti, che rimangono comunque all'interno del "discorso" turbo-capitalista, quest'opera collettanea propone quello che gli autori hanno definito "corporativismo del terzo millennio". Ben radicato nell'esperienza economico-sociale del fascismo, questo nuovo corporativismo intende tuttavia attualizzare lo spirito degli ordinamenti dell'Italia fascista nel contesto della moderna "società liquida". Il corporativismo del terzo millennio, non implica solo una diversa concezione dell'economia, ma una vera e propria visione del mondo, dell'uomo, della comunità, dello Stato. Per gli autori non si tratta di fornire l'ennesimo escamotage intellettualistico e disincarnato, ma di suscitare discussioni e di indicare coordinate in grado di ripensare e inverare i concetti irrinunciabili di libertà, partecipazione e lavoro.