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I giochi e i giocattoli, come suggerisce Piero Longo nella sua presentazione, sono oggetti d'arte e strumenti della creatività e del lavoro umano che nella storia di ciascun uomo e in ogni tempo hanno contribuito ad alimentare i suoi sogni e la sua fantasia, ma anche l'intelligenza, la logicità e la razionalità che lo distinguono. Il volume, corredato delle fotografie delle straordinarie collezioni del Museo del Giocattolo e delle Cere di Bagheria, prende in particolare considerazione alcune caratteristiche che riguardano i giocattoli del Ventennio fascista, il giocattolo povero in Sicilia, le fabbriche italiane dei giocattoli metallici e soprattutto i materiali diversi che, nelle varie epoche, sono stati utilizzati prima dell'avvento dei giocattoli seriali e tecnologici, offrendo inoltre interessanti spunti sui problemi relativi al restauro, sugli aspetti pedagogici e su quelli che riguardano i musei e il loro valore didattico. In questo affascinante excursus, l'autore, citando il poeta Friedrich Schiller, riconduce alle radici illuministe e romantiche la nascita dei giocattoli che fino a ieri facevano sognare i bambini e li aiutavano a crescere. E proprio in quei giocattoli, anche la nuova umanità dell'era tecnologica non potrebbe fare a meno di riconoscersi perché «l'uomo è interamente tale soltanto quando gioca», e forse solo giocando si realizza la vera libertà e la poesia della vita.