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Questo saggio presenta un'originale ricognizione di alcuni capisaldi del discorso occidentale a partire da Platone e Aristotele e li attraversa indagandoli linguisticamente e logicamente, per intenderne le origini, la portata e ciò che dalla loro assunzione deriva in termini di credenze, visioni del mondo, epistemologie ed effetti pragmatici. Si tratta essenzialmente un lavoro di storia, nell'accezione greca di "ricerca": punta a cogliere la ricaduta, nell'attuale, di alcune formulazioni e di alcuni ragionamenti elaborati lungo il corso della civiltà occidentale sui quali si è fondata e continua a fondarsi l'organizzazione e il sistema delle credenze della società contemporanea. L'analisi si dispiega però attorno ad un asse esemplare: l'opera di Nietzsche, l'autore che con lucidità e finezza ha saputo, più di ogni altro, rilevare la tessitura delle "superstizioni scientifiche" che operano come base, modello e fine dell'educazione, della formazione e del vivere sociale.