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Questo libro esplora il pensiero di Philip K. Dick attraverso un'indagine delle sue opere circoscritta agli anni '60. La prima parte del libro è dedicata a una breve storia della science fiction americana, a partire dalle utopie di Bellamy e attraverso la science fiction ingenua dei magazine di fantascienza negli anni '30 e '40 sino alla rinascita della fantascienza, nel solco della tradizione distopica settecentesca, degli anni '50, con la corrente della social science fiction o fantascienza sociologica. La seconda parte tratta i temi attorno ai quali ruota l'opera di Dick, con particolare attenzione alla dialettica realtà/illusione che rappresenta il perno del suo pensiero, senza tralasciare di sottolineare le personali ossessioni nutrite da Dick: le droghe, il nazismo, gli oggetti da collezione. Vengono infine analizzati i personaggi ricorrenti, veri e propri archetipi letterari: il loser, il tycoon, la donna forte e, infine, la donna vittima.