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"A Fortuna, alle bambine e alle donne che non hanno potuto ribellarsi, a quelle che lottano per sopravvivere, a quelle che riusciranno a farcela, questa poetessa e pittrice cagliaritana che ha insegnato Educazione all'immagine nella scuola primaria per bambini portatori di handicap, dedica la sua quinta raccolta di versi. Fossero dipinti - i suoi dipinti - mostrerebbero, chissà, "spazi di sterminato viola", "vacuo azzurro di fragile bellezza", "bianco lambito dalla luce", e "il proprio rosso", quello del sangue. Ma sono parole, e la parola che ricorre più spesso, in questa sintesi dolente di deserti dell'anima è silenzio. "Quel dire senza suoni" che "è un parlar tacendo infinito". Del resto, è lei a ricordarcelo, "i grandi dolori sono sempre muti/ e come un canto pensante/affidano il messaggio/al racconto del cielo/ in cui risuonano/arabeschi di lode"". Dalla prefazione di Maria Paola Masala