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Questo libro è un omaggio, un ricordo, un tassello di memoria che l'autrice offre ai suoi concittadini e a tutti i lettori. Il racconto prende avvio il 24 maggio 1915, quando anche in Sardegna giunse un terribile annuncio: Vittorio Emanuele, Re d'Italia, aveva dichiarato guerra all'impero asburgico. I cannoni tuoneranno fino al 1918 e fu una strage di uomini e di luoghi. Anche i sardi presero parte alla guerra, anche loro andarono al fronte in divisa. Erano in maggioranza contadini e pastori, ma anche operai, artigiani o piccoli commercianti, quasi tutti con un grado di istruzione non oltre la terza elementare. Molti, troppi, non sono più tornati indietro. Coloro che rientrarono portarono con sé il ricordo di un'esperienza dura e dolorosa, di violenza e di sofferenza difficile da raccontare; avevano provato a farlo dal fronte affidando il racconto soprattutto a foto, cartoline, qualche lettera o pagina di taccuino che costituiscono oggi il patrimonio di memorie familiari. Gian Luisa Carracoi racconta le vicende della Grande Guerra, così come le avevano vissute i soldati partiti da Bari Sardo ma va anche oltre il Carso e l'Isonzo, in una narrazione che si snoda tra le guerre in Africa Orientale, in Spagna, e lungo il devastante Secondo conflitto mondiale. La Grande Storia diventa, nello studio dell'autrice, memoria e conoscenza feconda per tutti, in particolare per le nuove generazioni.