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Per Léon Kochnitzky, "uomo di razze diversissime e di svariate colture", i legionari fiumani sono i danzatori del "bal des Ardents": sacerdoti e sacristi, officianti gravi, taluni, scalmanati lascivi, altri, della sarabanda scatenata in Fiume, la "città di vita". Un'anima bella, Kochnitzky, in perpetua pena di amore, adorazione e venerazione: per l'Italia, il comandante d'Annunzio, la terra di Fiume e tutti, proprio tutti i "popoli oppressi". Branchi di Centauri erano a fiume i legionari, libertini e libertari, "d'amor caldi e inebriati, accesi di vino e di lussuria", ma pure esseri incendiati da quel fuoco sovrumano che è, negli uomini, la volontà.