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"Poesia non è sfogo, confessione o specchio di 'lacerazione esistenziale', ma grafico d'un'esistenza seconda: trasfigurazione, non verbale; distacco dal sé, non autocontemplazione [...] Ogni poeta deve fabbricarsi il proprio suono, fondare un mondo e una lingua che non lo veicoli ma lo metta in forma, perché l'unica sostanza della poesia è lo stile: la passione di Cristo o il singhiozzo d'un batterio vi hanno pari diritti di cittadinanza, identica valenza: la partita della qualità si decide inevitabilmente in sede linguistica." (G. Alvino)