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Il libro racconta con testimonianze e ricerche d'archivio la vita di Domenico Riccardo Peretti Griva, magistrato antifascista e noto fotografo. Nato nel 1882 a Coassolo, nelle Valli di Lanzo, nell'Italia liberale di Agostino Depretis, muore nel 1962, a Torino, nell'Italia democristiana di Amintore Fanfani, attraversando il regime fascista con coerenza e fermezza. Il volume descrive la sua formazione culturale nel mondo dei giuristi liberali piemontesi, il lavoro di tenace applicazione del diritto anche nel ventennio fascista, gli anni cospiratori della Resistenza, la delusione per la mancata epurazione nell'Italia repubblicana dei tanti complici del regime, ma anche il rinnovato impegno politico e sociale nel dopoguerra: in ottica nazionale nel campo dei diritti civili, nella modernizzazione del diritto e nell'applicazione dei principi costituzionali, in ottica internazionale per la creazione di una nuova Europa pacificata. Il testo è accompagnato da una selezione di fotografie che testimoniano l'alto valore artistico di Peretti Griva, qui in particolare per immagini di montagna, messe a confronto con fotografie dei suoi amici alpinisti o di fotografi piemontesi a lui affini.