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Dalla prefazione di Alessandro De Angelis: "Quando fioriscono le tamerici; è da questa lieve quanto tenace affermazione di intenti che si vanno a diramare i testi del lavoro poetico di Cristina Polli. Poesia che fa delle parole nel loro sciogliersi in sequenza una pianta, ornamentale, orientale, che trova il nome da radici latine e riscopriamo poi marina con la sua caratteristica sudorazione a gocce. Non può che richiamarci alla mente Pascoli, questa poesia-pianta nella sua dimensione dimessa, passando per D'Annunzio e Montale, per poi tornare a elastico verso la bucolica umiltà che faceva già nido nell'Iliade omerica e nelle Scritture quale teatro di desertica acidità.