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Nella società globalizzata i popoli sono divenuti superflui perché gli attuali metodi di produzione del potere politico e della ricchezza - metodi tecnologici e finanziari - da un lato si sono accentrati nel controllo di poche grandi famiglie dinastiche - un'oligarchia che decide a porte chiuse sopra quanto rimane delle istituzioni delle democrazie formali nazionali - e dall'altro non necessitano delle masse di lavoratori, consumatori, combattenti di cui necessitava il capitalismo industriale produttivo. Conseguentemente, cittadini e lavoratori hanno perso la loro capacità di negoziare. Questa è la ragione materiale per cui stanno perdendo reddito, diritti, sicurezze, voglia di far figli: la decrescita infelice. Ma una corsa a crescente velocità verso crescenti squilibri è automaticamente una corsa verso un'inevitabile rottura di sistema. Oligarchia per popoli superflui è un libro che tutti dovrebbero leggere, soprattutto in ambito universitario, affinché possa concretizzarsi un auspicato sgretolamento di quegli obsoleti paradigmi che ingabbiano l'evoluzione della cultura, dell'informazione e della Conoscenza e si venga a creare, fra gli studenti di oggi (padri di famiglia e lavoratori del domani) una nuova consapevolezza riguardo al ruolo non del semplice cittadino (troppo spesso inteso come un numero o come il mero ingranaggio di una macchina), ma dell'essere umano nella propria integralità, per l'edificazione di un nuovo Umanesimo e di un nuovo Rinascimento.