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Riassumere "Vita al rallenty" in poche parole è difficile, poiché racchiude in sé una molteplicità di temi e di punti di vista. L'intimità dell'esperienza autobiografica ci accompagna lungo un percorso costellato da domande. Come è possibile reinventarsi una nuova vita dopo aver subito un intervento al cervello ed essere rimasti invalidi? Quali sono le difficoltà legate alla riabilitazione, alle barriere che crea la nostra mente e la burocrazia? Il pregio di questo libro è di essere tante cose senza che il lettore se ne accorga, poiché prima di tutto è un incontro. Vi sembrerà di imbattervi per caso nell'autrice, magari in uno dei suoi tanti viaggi in treno, quando si sposta per fare riabilitazione e, in maniera casuale - forse semplicemente per passare il tempo - che si incominci a parlare dello scorrere della propria vita. Vi è mai capitato di inciampare in una conversazione? Ecco, leggere questo libro è una di quelle conversazioni che ci si porta dietro, che ci lascia con l'immagine di una scalinata verso il cielo, con il sapore di una crescita continua verso nuovi e insperati orizzonti...