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"Ogni essere umano, raggiunta l'età della ragione, si trova inconsapevolmente di fronte ad una scelta, vivere di ciò che appare cercando di trarne il meglio oppure guardare oltre la superficie, ossia esplorare. Quest'ultima è l'opzione che ho seguito. Nella filosofia platonica un concetto che mi ha colpito è la "parusia" ossia la presenza della divinità in ogni cosa materiale di cui è fatto il mondo degli uomini." Il riconoscere questa presenza con la fatica, anche con il dolore della ricerca, è il tema di questa raccolta di Gianfranco Jacobellis, capace come pochi di trasferire la dimensione filosofica in limpido pensiero della quotidianità, in una poesia che come ampiamente dimostrato già in passato è dominata da una direttrice intellettuale risolta in chiave lirica. "Cerco la trascendenza (a volte la trovo) in ogni attività umana come una liberazione dal dolore e dal male. Come una riva di salvezza. Lo stesso obiettivo si riconosce nella teologia cristiana che nella parusia indica il ritorno del Cristo sulla terra alla fine del tempo. Quel tempo che oggi mi limita e che mi renderà libero quando non ci sarà più." La ricomposizione delle forze incommensurabili, l'incontro della linearità dell'eterno e della puntiformità del quotidiano, contraddistinguono queste nuove poesie di Jacobellis. E l'impulso a raggiungere sottili e risolutivi equilibri sia esistenzialmente, grazie al lavoro della scrittura, sia entro la scrittura stessa nel suo farsi, trama tutto il discorso poetico, rendendolo come sospeso nella riflessione e insieme incalzandolo.