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Scrittura, pittura e fotografia al servizio di un libro che racconta l'Appennino bolognese, per sua natura discreto e silenzioso, lontano dalle capitali del turismo così come da quelle dell'arte e degli intellettuali. Un tentativo di far dialogare in un equilibrio armonico tre diverse forme espressive, tre mondi assai lontani fra loro, con l'obiettivo di narrare la bellezza aspra e dolce, impervia e garbata di un territorio. In questo libro la fotografia non è l'illustrazione del racconto, il racconto non è la didascalia del quadro, e il quadro, infine, non è una semplice decorazione. Sono tre modi diversi di descrivere lo stesso luogo, le sue storie e i suoi personaggi. Il risultato è il ritratto poliedrico di una terra dalla bellezza selvaggia e materna, voluttuosa di una seduzione ipnotica e inebriante.