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"Era così vecchio, bello, tremendo, lo specchio rotondo, che me ne ero quasi dimenticato. (...) quell'oblò dal vetro smerigliato io volevo aprirlo, attraversarlo. Era come quando guardavo le mappe stellari dell'universo, e mi dicevo che non l'universo mi interessa, non come sono fatte le stelle, ma cosa c'è oltre le stelle. Cosa c'è non qui, ma dopo. Come quando guardavo le montagne e pensavo, cosa c'è, oltre la cima. Amavo non quello che si vede, ma quello che non si vede, e per questo volevo bucarlo, andare oltre lo specchio, sentire spezzarsi con lieve fragore, dentro di me, il cerchio tondo come uno zero che stava davanti a me, oltre il quale c'era il buio, la notte, la morte o forse l'amore."