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Visionario lo era di sicuro. Non lo fosse stato, non avrebbe mai sognato di creare dal nulla la Città delle Città, la città perfetta, capace di rivaleggiare con le grandi capitali d'Europa e di primeggiare in tutto, dalle arti alla cultura all'economia: Cosmopolis. Il suo regno, un paradiso. Cosimo I de' Medici, Granduca di Toscana (1519-1574), s'impegnò nella costruzione ardita di questo sogno. Iniziò con le Fortezze Medicee, uno dei sistemi difensivi più imponenti del Mediterraneo, per difendere l'isola d'Elba dagli assalti dei pirati, e proseguì con la città ideale di Cosmopolis, inventando tra le altre cose, per favorirne la crescita e lo sviluppo, un'idea: dieci anni senza pagare le tasse per tutti quelli che ci venivano ad abitare. Scritto da Roberto Bianchin, giornalista e scrittore di penna arguta e raffinata, è il racconto, su basi storiche realistiche, della nascita di Cosmopolis attraverso un dialogo immaginario tra Cosimo e il suo architetto, Giovanni Camerini. Un confronto serrato, intenso, che illustra con efficacia, senza accademismi, la straordinaria avventura. Da questo testo è tratto lo spettacolo «Tanto gagliardo che più non si può dir».