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Forse, un giorno, qualcuno che non l'ha vissuta o non la ricorda ci chiederà della pandemia, e pure la nostra memoria potrebbe essere ormai affievolita. Sante Altizio, anche involontariamente, l'ha perfettamente impressa quella memoria, prima nelle sconfinate pagine della rete, successivamente sulla carta di questo libro, che resterà uno dei ricordi più forti e coinvolgenti di questo inatteso anno 2020. C'è tutto dentro queste pagine, il vissuto di circa cinquanta giorni di "isolamento sociale" imposto da quel virus, che improvvisamente ha deciso di vagabondare per vedere com'era fatto il mondo, costringendo l'umanità intera a starsene chiusa in casa propria, soprattutto qui da noi, in Italia. Sante descrive in ogni pagina ognuno di quei cinquanta giorni, mettendo nero su bianco le paure, la forza, la rassegnazione, la rabbia, la voglia di riscatto, ma soprattutto l'umanità, la sua e quella di chi ha incontrato, personalmente o virtualmente, in questi cinquanta giorni.