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«Ci sono occasioni fortunate in cui il luogo di un incontro svela già il suo significato. Accade solo nelle relazioni privilegiate, come senz'altro è stata ed è quella di chi scrive con Stefano Bruno Galli. Ho conosciuto Stefano a Domaso, limite estremo del lago di Como, in una domenica grigiastra e piovosa, sublime come sanno essere solo alcune domeniche lacustri, lasciatevelo dire da un comasco. Eravamo lì per celebrare Gianfranco Miglio, qualche anno fa, nel ventre della sua terra, per dire qualcosa di "migliano" nel nostro tempo. No, Miglio non è una reliquia, magari un medicinale autoassolutorio per l'anima, da somministrare a piccole dosi, per consolarsi del federalismo che doveva essere, e non è stato. No, Miglio è un'urgenza, Miglio vive qui e ora, perché qui e ora lo Stato più depredatore e burocratico d'Occidente sta finendo di massacrare le sue (residue) enclavi produttive e quelli tra i suoi cittadini che osano (sempre meno) tentare di intraprendere. Ecco, credo sia stato questo il segreto del nostro incontro, la condivisione immediata, dell'urgenza di Miglio. L'urgenza del federalismo». (dalla prefazione di G. Sallusti)