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Vivere nel bosco e tenerlo in ordine, trovare una lettera smarrita (davvero?), raggiungerne il destinatario attraversando un mondo straniato, chiassoso, di bipedi complicati, abitato da cani, autobus, retini cretini, dove però ci sono anche i biscotti, e un gesto gentile. Allora, come si scopre in questo fumetto, ci si può smarrire come un verbo in un periodo lungo o una creatura in una selva di edifici e semafori, cercando il fabile nell'ineffabile, il respiro nel cemento, il sonno in un cartone, aiutando un micio a guadare un manto di zebra. E così giungere a una casa quasi rimpiattata in quella selva: ora, là dove c'era il grigio c'è una festa d'alberi, e una casetta piccola così, dove -?da perduti?- ritrovarsi. Guardarsi. Poi no, non è uno specchio: è un invito. Per un tè, in un altro bosco. (con uno scritto di Fabio Magnasciutti)