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La lettura dei Canti di Paolo Maria Rocco mostra che nel mondo il pensiero poetante risorge come poesia della fine di un mondo. Esso non si limita a prendere atto della fine del mondo fatto dalle comunità di senso, dentro le quali la lotta fra le tradizioni delle culture determinava la condizione per riconoscersi individuo, e dove anche l'esperienza delle forme dell'arte, per dirla a grandi spanne, era ricerca di altro senso. La poesia dei Canti si fa avanti invece nell'assenza di grandi narrazioni o nella inerte presenza della ridotta ad esse garantita nei libri. E per contestare lo stato presente delle cose reinventa una ideologia con cui misurarsi, e lo fa senza rinunciare alla mise en abîme, antidoto, forse il solo, alle rigidità dell'economia politica del segno e della comunicazione.