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Il volume traccia un percorso attraverso la rappresentazione del femminile nell'universo artistico e musicale tra Cinque e Settecento, a partire dalle fanciulle orfane o indigenti che già dal XVI secolo vivevano negli Ospedali veneziani: le "pute" o "putte" alle quali veniva impartita una rigida istruzione musicale. Una emblematica oscillazione semantica della parola "puta" conduce ad una delle più segrete e profonde ambivalenze dell'immagine femminile nella storia della cultura: "puttana" è infatti l'accusa reiterata e violenta che Otello, protagonista dell'omonima tragedia shakespeariana, rivolge a Desdemona. Gli spazi indagati vanno dalla scena teatrale, affrontando l'articolata questione storica ed interpretativa del costume per la scena, fino al teatro musicale e alla costruzione del personaggio femminile nelle forme della cantata e dell'opera del Sei-Settecento. Nonostante il legame con precisi codici rappresentativi, il racconto del femminile appare sempre percorso da nodi simbolici e ambiguità ed emergono così ritratti di donne artiste che, come Maddalena Lombardini, hanno affermato eccezionalmente la propria professionalità nel campo della musica.