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Le farfalle con le vertigini siamo noi, la nostra perenne condizione di esseri a metà, di ibridi destinati a combattere tra due fuochi, con lo sguardo rivolto verso l'alto e l'ineluttabile pesantezza del non sapere che ci tira verso il basso. L'illusionista, studentessa creatrice di visioni, conquisterà un paio d'ali con la fine di un grande amore. Faccia da clown, romantica prostituta dai capelli rossi, frammentata in un universo di sguardi maschili, ha già due ali ma ancora non sa sbatterle. Due filoni paralleli con due donne apparentemente diverse, eppur legate a un singolo destino. Tutta la storia, sfuggendo alla narrazione, segue la vertigine dell'anima e rifiuta le convenzioni deformanti dell'intreccio classico, preferendo l'acronia. È un tentativo costante di abbattere gli stereotipi, soprattutto femminili, del personaggio e della letteratura stessa. Non a caso, la terribile scena di sevizia iniziale, che porterà allo stupro della già caricaturale Lucia Mondella, distorce e brutalizza "il romanzo" per antonomasia.