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Scritto in prima persona dal batterista fondatore della band, il libro ripercorre le vicende dei protagonisti dall'adolescenza, a Gioia del Colle (Bari), negli anni Ottanta, fino ai giorni nostri. Racconta di ragazzini, cresciuti con certi miti e certe idee, catapultati in corpi di adulti. È anche un libro di viaggi, incontri, luoghi, persone, fatti, musica, concerti e aneddoti accaduti in anni di intensa attività on the road, girando la penisola in lungo e in largo. Bucare l'underground vuol dire sfondare e il suo contrario, fallire. Ma non solo. Esiste anche un terzo significato: entrarci dalla porta di servizio, osservarlo dal buco della serratura, dallo spioncino di porte che possono aprirsi e sbattersi in faccia. O restare socchiuse. Il libro, implicitamente, diventa uno spaccato dell'underground italiano dell'ultimo trentennio, in cui si alternano considerazioni più seriose, introspettive, e momenti scanzonati e leggeri.