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"L'erbazzone nasce quasi certamente come alimento povero, che via via si impreziosisce sposando le eccellenze della nostra terra, ricca di contaminazioni con culture diverse e popoli che transitano o si stabiliscono in questo lembo di Emilia racchiuso tra il Po e l'Appennino, portando con sé animali e cibi delle proprie tradizioni. Fino a diventare un alimento molto ricce, il principe della nostra cucina, che si può consumare in ogni momento della giornata, così come non può mancare nelle occasioni di festa. Questa specialità che le nostre' razdore' hanno perfezionato e tramandato custodendone la tipicità e che i migliori chef del territorio hanno affinato o magistralmente reinterpretato, e intorno a cui sono nate esperienze imprenditoriali di successo, non gode ancora del giusto riconoscimento. Con Roberta Rivi, negli anni in cui era assessore all'Agricoltura della Provincia, facemmo nascere il consorzio dei produttori per ottenere I'IGP (Indicazione Geografica Protetta). Un pezzo importante del percorso è stato dunque compiuto; se si riscontrasse un risveglio d'interesse non si dovrebbe partire da zero. II successo dell'Anguria Reggiana attesta che anche un obiettivo non facile può essere raggiunto, se perseguito da una compagine coesa e determinata. Le forme di valorizzazione possono comunque essere tante e diverse, come diverse sono le ricette artigianali o domestiche dell'erbazzone, e spesso si possono integrare con la promozione del territorio. Qualcuno è nata in forma spesso di sagra o di festa e meriterebbe di essere aiutata a crescere. L'impegno di Clementina Santi, vera custode della cultura e della tradizione reggiana, e montanara in particolare, è come sempre rivolto nella direzione giusta e potrà contribuire a diffondere la conoscenza di questa gustosa specialità, di cui, per altro, abbiamo l'esclusiva." (Massimo Bonaccini)