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"Una tiepida mattina primaverile accende un mondo lontano, fatto di ricordi di un anziano, che seduto davanti a un bar, sta sorseggiando un caffè. Sono dei ragazzi, che per caso lo fanno tornare alla fine di marzo del 1945 dove con i compagni, anche lui correva nei campi. La sua fuga era di sopravvivenza: lui e gli atri scappavano inseguiti da un plotone tedesco, senza più munizioni e l'unico rifugio, era rappresentato da un convento, per loro sconosciuto, che dominava la collina... Questo e altro narra Giorgio Ariani nel suo film da leggere "Disordine perfetto".