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Un incontro memorabile tra Ernst Jünger e Martin Heidegger nella foresteria del castello di Wilflingen, residenza dell'autore dei taccuini di guerra "Nelle tempeste d'acciaio". Il giorno è il 30 luglio 1966 e l'occasione dell'incontro è la finale del Campionato del mondo di calcio tra Inghilterra e Germania Ovest nello stadio londinese di Wembley. Dunque non un seminario sul nichilismo, sulla mobilitazione totale, ma l'avvistamento del nemico in uno stadio: strategie bene in vista tra l'eleganza inglese e la potenza tedesca. Davanti allo schermo, tra dribbling e geometrie, funambolismi e volontà di potenza, i temi degli autori verranno tutti in luce. Lo spostarsi di Heidegger da Friburgo fino a Wilflingen sarà soprattutto un rendersi conto della sua età e di come l'uscire fuori dagli spazi conosciuti della sua casa potrebbe porre l'animo in angoscia. Inoltre sarà un modo per verificare l'integrità del corpo: la lucidità e l'orientamento saranno gli stessi, fuori dall'area sacra delle sue mura? E comunque si tratterà d'un viaggio ricco di luce per Heidegger, a sostenersi con quei brevi momenti di quiete che ogni tragitto reca con sé. Un borgo di poche case, quasi dimenticato, con una locanda e una chiesuola screpolata saranno infatti per lui motivo di serenità, la sosta perfetta in attesa di giungere a Wilflingen. Per Jünger, ben protetto nel suo fortilizio pieno di libri e allineate collezioni, si tratterà dell'ennesima prova di calma, curiosità e stupore davanti alla mobilitazione totale, planetaria. E questa volta per una partita di calcio.