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Se il mondo, così come lo conosciamo, fosse solo una grande menzogna ben argomentata per controllare le masse? E, se così fosse, l'umanità accetterebbe di farne parte ugualmente? A partire dalle, sempre più seguite, teorie sugli Antichi Astronauti, questo romanzo sviluppa una trama avvincente che esplora il mito della dea sumera Inanna traducendolo - tra le pieghe della storia romanzata - in una possibile cronaca storica, densa di spiritualità, avventura, sentimento e tecnologia. La protagonista è una giovane studentessa universitaria che, mentre attende di conoscere il voto della sua tesina basata sulla teoria secondo la quale le antiche divinità erano in realtà alieni venuti sul nostro pianeta per modificare geneticamente il DNA degli ominidi autoctoni, creare la razza umana e instaurare poi le basi della civiltà - si imbatte in un particolare reperto che si rivela essere un dispositivo che consente di viaggiare nello spazio e nel tempo. Lo accende inavvertitamente e viene teletrasportata nell'antica città di Uruk, circa tremila anni prima dell'anno 0, e al cospetto della "dea" Inanna, che la coinvolgerà nella mitica missione del Furto dei ME: le conoscenze donate all'umanità perché potesse evolversi e progredire.