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"Quello che resta" conclude il percorso sul tema del dolore mentale iniziato in "Niente da nascondere". Un argomento difficile, trattato con onestà. La perdita dei figli, la sofferenza mentale mascherata da quella fisica, il suicidio come fuga dalla sofferenza, l'intorpidimento delle relazioni umane, la possessione demoniaca si legano e si scontrano con l'amore, che cerca sempre di dare una speranza a chi si sente solo e si vergogna del proprio dolore. Una riflessione che parte dal dubbio di capire se oggi l'amore conti ancora qualcosa in una società virtuale basata sull'apparire, sulla sicurezza economica e sulla finta fedeltà. O se la vita non sia meglio recitarla. Recitare e non vivere, tra sciocche convenzioni sociali e un'immagine da difendere a tutti i costi. I sogni, le speranze e le paure che vengono raccontate lasciano spazio al silenzio e alla nostalgia, rappresentati solo da qualche conchiglia e dei tronchi di legno, sul bagnasciuga dove prima c'erano le impronte di un adulto e del suo bambino.