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Il volume illustra la Croce (fine XII sec, inizi XIII sec.), dipinta da un seguace di Alberto 'Sotio' e di proprietà della famiglia di Angelo, Ovidio e Giancarlo Jacorossi, che l'ha concessa in comodato alla Galleria nazionale d'arte antica di Palazzo Barberini. L'opera costituisce un importante documento della scuola pittorica di Spoleto, che nel volume viene posta immediatamente a confronto con quella di Alberto, datata 1178, conservata nel Duomo della città umbra, nonché con le altre tre croci duecentesche presenti nella Galleria nazionale d'arte antica in Palazzo Barberini (rispettivamente opere del fiorentino Maestro del Bigallo, di altri due spoletini, Simeone e Machilone, e di un pittore lucchese seguace dei Berlinghieri).