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In questo romanzo Fulvio Caporale usa i codici medievali per costruire una metafora del mondo contemporaneo centrata su tre istanze di fondo: identità, trascendenza, speranza. Con uno stile agile, brillante l'autore, ci propone personaggi di grande spessore, saggezza e lungimiranza, per dirci che esiste un'alternativa alla logica del mercato, all'antropologia dell'avere che mortificano le istanze più profonde dell'essere. In buona sintesi l'autore ci propone di riconoscere nel consumatore il cittadino, nello spettatore il protagonista e nell'individuo la persona. Come acutamente osserva il gesuita Padre Mariano Iacobellis, che ha curato la prefazione di questo libro, l'autore mette in campo un'inedita spiritualità laica per radicare nei bisogni più profondi dell'uomo le istanze della trascendenza.