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"Credo che oggi la scrittura debba smettere di provare a essere aderente all'immagine in movimento, ma, al contrario, debba ritrovare la sua essenza, e in questa essenza, un ruolo determinante ce l'hanno la lentezza, le pause, il respiro. Quindi immagini come supporto, certo, ma poi la scrittura deve rispettare se stessa e, soprattutto, i suoi tempi. Solo così sarà possibile essere alternativi al linguaggio invincibile delle serie televisive. Il romanzo deve sapere portare altrove il lettore e deve farlo senza strizzatine d'occhio, senza imitare altre forme certo più immediate, ma comunque improponibili nella scrittura. E allora deve assumere ancora più forza, a mio avviso, la scrittura evocativa, quella che riesce a far vivere al lettore quelle emozioni (e commozioni) che solo la parola scritta può provocare. Un'impresa forse titanica, oggi, e apparentemente fuori luogo e tempo, eppure necessaria". Una collana di dialoghi. Con scrittori e storici, disposti a svelarsi. Nel racconto. Per stare-nelle-cose, attraversandole, piuttosto che a fronte di esse. Opere, storie di storia, storie nella storia, testimonianze.